"In oltre un secolo e mezzo la ferrovia ha collegato identità e accorciato distanze. Ha creato le premesse per avvicinare culture e reso un territorio esplorabile come non era mai accaduto. Ha trasportato uomini e materiali verso i fronti di guerra. Oggi è un meraviglioso e collaudato sistema di trasporto che ci permette rapidi spostamenti di persone e materiali"

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I Gravi Attentati Ferroviari di Matrice Terroristica in Italia

Che hanno Sconvolto le Ferrovie Italiane tra gli anni '60 e '80


Attentati ferroviari di matrice terroristica in Italia

In Italia, il trasporto ferroviario è stato purtroppo teatro di diversi attentati terroristici, soprattutto durante gli “anni di piombo”, periodo di forte instabilità politica e sociale tra gli anni ’60 e ’80. Quali sono stati i principali attentati terroristici ferroviari avvenuti in Italia?

La panoramica degli attentati ferroviari rilevanti in Italia

Il trasporto ferroviario in Italia è stato in diversi momenti oggetto di attacchi terroristici, sabotaggi o attentati esplosivi, particolarmente nel periodo tra gli anni -60 e -80. Molti di questi eventi sono stati ricondotti a gruppi di estrema destra (neofascisti), in alcuni casi con connessioni all’eversione “nera”, con l’obiettivo di creare destabilizzazione politica o strategia della tensione. Le infrastrutture ferroviarie come linee, stazioni e convogli, vennero scelte per l’alta visibilità e per l’impatto sull’opinione pubblica.

Attentati ai treni dell’estate 1969 (8-9 agosto 1969)

In queste due notti furono collocate bombe su treni delle Ferrovie dello Stato in stazioni quali Chiari, Grisignano, Caserta, Alviano, Pescara, Pescina, Mira. Otto ordigni esplosero, due rimasero inesplosi; non ci furono morti, ma circa 12 feriti.Le indagini inizialmente considerarono ipotesi anarchiche, ma la matrice neofascista venne poi approfondita.

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Strage di Gioia Tauro

Il 22 luglio 1970, presso la stazione ferroviaria di Gioia Tauro, un’esplosione ha interessato un treno locale in transito facendolo uscire dai binari. L’evento fu inizialmente attribuito a cause accidentali, ma poi si scoprì che si trattava di un attentato con esplosivo. Le responsabilità furono attribuite ad ambienti neofascisti e alla criminalità organizzata. Il bilancio umano fu di 6 morti e circa 50 feriti.

Strage di Gioia Tauro

Strage di Gioia Tauro - Immagine WEB


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Strage dell’Italicus del 4 agosto 1974

Il convoglio espresso “Italicus Roma-Brennero” (treno 1486) esplose nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1974, mentre transitava nella galleria dell’Appennino tra Firenze e Bologna nei pressi della stazione di San Benedetto Val di Sambro/Castiglione de'Pepoli.

Il bilancio umano è stato di 12 morti e 48 feriti. L’attentato è considerato un momento cruciale della strategia della tensione: l’obiettivo era colpire un mezzo di trasporto rapido, civile, simbolo di collegamento tra nord e sud.

Strage del treno Italicus

Strage del treno Italicus - Immagine WEB

L’attentato fu attribuito a ambienti dell’estrema destra neofascista. Nessuno è stato condannato in via definitiva.

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Strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980

L’attentato del 2 agosto 1980 alla Stazione di Bologna è uno degli eventi più tragici e simbolici della storia della Repubblica Italiana.

L'esplosione è avvenuta alle ore 10:25 del mattino, all'interno della sala d’aspetto di 2ª classe della stazione centrale di Bologna, uno dei principali snodi ferroviari d’Italia. L’esplosione investì completamente la sala e i binari 1 e 2, colpendo anche il treno “Adria Express” in sosta sul binario 1. Il caldo estivo e il fatto che la stazione fosse affollata di viaggiatori diretti in vacanza amplificarono la tragedia.

Strage del treno Adria Express alla Stazione di Bologna

Strage alla stazione di Bologna 2 agosto 1980 - Immagine WEB


L’ordigno, contenuto in una valigia abbandonata appoggiata contro il muro portante della sala d’attesa, esplose causando un devastante crollo parziale dell’edificio. La bomba era composta da tritolo, T4 e Compound B, un esplosivo militare.

Il bilancio umano fu di 85 morti e oltre 200 feriti. È la più grave strage terroristica in tempo di pace mai avvenuta in Italia. Tra le vittime, persone di tutte le età e provenienze: lavoratori, studenti, turisti, bambini.

I soccorsi

I primi ad intervenire furono ferrovieri, vigili del fuoco, forze dell’ordine e cittadini comuni. Bologna mise subito in moto una reazione solidale straordinaria: donazioni di sangue, volontari, medici e infermieri accorsero da tutta la città. La stazione fu parzialmente riaperta il giorno dopo, come segno di resistenza civile.

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Indagini e processi

Le indagini furono lunghe, complesse e spesso ostacolate da depistaggi e reticenze. I responsabili materiali identificati attraverso le indagini furono i membri del gruppo neofascista Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR) furono riconosciuti colpevoli: Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro che vennero condannati all’ergastolo come esecutori materiali dell’attentato. Entrambi hanno ammesso la militanza nei NAR ma negato il coinvolgimento diretto nella strage.

Mandanti e fiancheggiatori

Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato (ex capo Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno) e Francesco Pazienza furono accusati di depistaggio e concorso morale. Gelli e Pazienza sono stati condannati per depistaggio nel 1995.

Indagini successive

Nel 2020 la Corte d’Assise di Bologna ha condannato anche Gilberto Cavallini (altro esponente dei NAR) all’ergastolo. Nel 2023 la Procura generale di Bologna ha individuato mandanti e finanziatori legati alla loggia massonica P2 e ad ambienti dell’’eversione nera veneta (tra cui Paolo Bellini, condannato all’ergastolo nel 2022).

Matrice e obiettivi

La strage rientra nella cosiddetta “strategia della tensione”, cioè una serie di attentati terroristici volti a creare paura e instabilità politica per favorire svolte autoritarie. La matrice accertata è neofascista, con possibili coperture e protezioni interne a servizi segreti deviati.

Memoria e significato

Ogni anno, il 2 agosto, Bologna ricorda le vittime con una cerimonia ufficiale, il “Corteo della memoria”, e un minuto di silenzio alle 10:25. Nella stazione, sotto l’orologio fermo all’ora dell’esplosione, è installata una lapide commemorativa con i nomi delle vittime. Il luogo è oggi un simbolo nazionale della lotta contro il terrorismo e dell’impegno civile per la verità.

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Strage del Rapido 904 del 23 dicembre 1984

La strage del 23 dicembre 1984 ha coinvolto il Treno “Rapido 904” Napoli-Milano con l'esplosione di un ordigno all'interno della Galleria dell’Appennino, sulla linea direttissima, fra San Benedetto Val di Sambro e Vernio. Il bilancio umano fu di 16 morti e oltre 250 feriti . La responsabilità è stata attribuita alla criminalità organizzata siciliana in connessione con ambienti eversivi.

Strage del Rapido 904

Strage del rapido 904 del 23 dicembre 1984 - Immagine WEB




Questi attentati rientrano nella più ampia vicenda delle stragi e del terrorismo italiano, che sono ancora oggi al centro di processi, memoriali e riflessioni storiche. Molti processi e commissioni parlamentari hanno indagato sul tema delle stragi e degli attentati ferroviari, evidenziando «zone d’ombra», complici, coperture e possibili legami con apparati dello Stato.

Altri episodi in tempi recenti

Negli anni più recenti, alcuni episodi legati a sabotaggi anarchici o proteste (come quelle contro l’alta velocità – NO TAV) hanno preso di mira infrastrutture ferroviarie, ma non sono da considerarsi “terrorismo” nello stesso senso degli attentati stragisti sopra elencati.

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