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"La locomotiva” da una canzone di Francesco Guccini
Un brano celebre scritto nel 1972 e contenuta nell’album Radici

"La locomotiva” una celebre canzone di Francesco Guccini
«E che ci giunga un giorno, ancora la notizia di una locomotiva, come una cosa viva lanciata a bomba contro l'ingiustizia» (F. Guccini, La locomotiva)

Le vicende narrate dal Resto del Carlino
Su una pagina del “Resto del Carlino” del 21 luglio 1893, si leggeva: “Poco prima delle 5 pomeridiane di ieri, l’ufficio telegrafico della stazione riceveva dalla stazione di Poggio Renatico (Provincia di Ferrara) un dispaccio urgentissimo annunziante che la locomotiva del treno merci 1343 era in fuga da Poggio verso Bologna”.
I fatti del 20 luglio 1893
Nel pomeriggio del 20 luglio 1893 il fuochista Pietro Rigosi di 28 anni, sposato, padre di due figlie e apparentemente senza particolari problemi personali, sganciò la locomotiva RA 3541 dal treno merci 1343 durante una sosta nella stazione di Poggio Renatico, approfittando dell'allontanamento del macchinista titolare Carlo Rimondini, la avviò e la lanciò in corsa sulla linea verso Bologna.

Un dispaccio alle ore 16.45 ordinò alle stazioni sulla linea di dare il passo alla macchina e di instradarla su un binario morto appena se ne fosse presentata d'occasione. Inizialmente si pensò ad una macchina non condotta e mossa dal vapore residuo, ma, poiché la velocità aumentava, fu chiaro che a bordo c'era qualcuno che stava alimentando la caldaia. Rigosi, inoltre, aveva bloccato il fischio in posizione di funzionamento.
Rigosi, dopo aver spinto la macchina alla velocità di 50 km/h, uscì dalla cabina e, percorrendo la passerella esterna della caldaia, raggiunse il fronte della macchina. Nella stazione di Bologna la locomotiva fu instradata su un binario morto e si schiantò contro un treno fermo, composto da alcuni carri merci e da una vettura di prima classe.
Il Rigosi rimase sfigurato
Rigosi, rimasto schiacciato nell'urto, sopravvisse e fu ricoverato in ospedale. Gli si dovette amputare una gamba e rimase sfigurato in viso. Dopo due mesi venne dimesso dall'ospedale ed esonerato dal servizio in ferrovia per motivi di salute e non licenziato in tronco. Non svelò mai i motivi del suo gesto, che fu interpretato da quasi tutti i giornali come atto di pazzia.

Un brano Epico e Narrativo
“La locomotiva” è una delle canzoni più celebri di Francesco Guccini, scritta nel 1972 e contenuta nell’album Radici. Si tratta di un brano epico e narrativo, ispirato a una storia vera, che racconta il gesto estremo di un giovane anarchico ferroviere, deciso a sacrificarsi per protestare contro le ingiustizie sociali del suo tempo.
Trama e significato
La canzone narra la vicenda di un macchinista anarchico di fine Ottocento che, esasperato dalle disuguaglianze e dallo sfruttamento dei poveri, ruba una locomotiva e lancia una folle corsa suicida contro un treno borghese, come atto simbolico di ribellione. Non riuscirà nel suo intento, perché sarà fermato prima dell’impatto, ma il suo gesto rimane nella memoria come espressione di rabbia e ideale di giustizia.
Stile musicale e struttura
Il brano ha una lunga durata e una struttura narrativa crescente, con la musica che segue l’evoluzione emotiva della storia: inizia in modo lento e descrittivo, poi cresce di intensità man mano che la locomotiva accelera nella corsa verso la morte. Lo stile è folk cantautorale, con elementi drammatici e teatrali.
Temi principali
- Ribellione sociale
- Giustizia contro il potere
- Utopia e fallimento
- Memoria storica e ideali politici
È considerata un inno alla lotta sociale, anche se con una visione malinconica: l’eroe è sconfitto, ma il suo gesto continua a “bruciare nella memoria”, come dice Guccini.

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